Gambino: “Internet governance radicata nell’etica e nella cultura”
Il presidente dell’Accademia Italiana del Codice di Internet: “La carta costituzionale e il coinvolgimento della società civile alla base della riflessione sulla cittadinanza digitale e l’uso responsabile della tecnologia”
La riflessione sulla cittadinanza online non puà fermarsi agli aspetti politici o economici ma deve abbracciare anche quelli sociali e culturali: lo ha dichiarato Alberto Gambino, presidente IAIC, all’evento di presentazione di “Digitali e Responsabili”, l’iniziativa lanciata da Google con il patrocinio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e del Garante per la Protezione dei dati personali, e con la partecipazione di Polizia Postale e Altroconsumo, per promuovere un dibattito informato sull’importanza dell’utilizzo responsabile del web.
L’Accademia Italiana del Codice di Internet è un’associazione scientifica senza fini di lucro che si pone come luogo di studio di respiro internazionale in cui esponenti del mondo universitario, delle istituzioni e della società civile contribuiscono alla lettura giuridica degli scenari del mercato delle comunicazioni e delle tecnologie digitali e del mondo di Internet per definire assetti regolatori equilibrati e rispettosi dei diritti degli utenti. “Non vogliamo arrivare a una raccolta di leggi ma a un governo della rete Internet“, ha chiarito Gambino. “Cittadinanza e educazione sono alcuni dei temi in cui ci imbattiamo più spesso nei nostri studi”.
Oggi siamo ancora all’inizio del nostro cammino verso una piena cittadinanza digitale. La cittadinanza è un concetto giuridico che in sé racchiude elementi di comune utilità (che il diritto romano individuava come communio utilitatis e che oggi sono già sviluppati online) ma anche di appartenenza (la res publica include il consensus iuris): ciò comporta l’accettazione di un set di valori, diritti e doveri – in pratica delle carte costituzionali – e qui molta strada resta da fare, perché per il momento a definire il governo di Internet sono ancora fondamentalemente i codici di auto-regolamentazione.
Analogamente, sulla formazione Gambino ha voluto precisare che “è un primo passo per costruire l’uso conosapevole di Internet, ma rappresenta un concetto complesso: non indica solo un insegnamento tecnico ma si radica nell’ethos, nella cultura, nei gruppi sociali, negli stili di vita. Anche l’educazione richiede un comune denominatore di norme e valori”.
Costruire la nostra nuova identità di cittadini del web richiederà dunque un lungo percorso che coinvolge attori di ogni provenienza, dai governi alle aziende alla società civile: “Bene dunque l’iniziativa di Google che ci porta a riflettere sulla cittadinanza digitale includendo soggetti molteplici, anche quelli di matrice culturale”, ha indicato Gambino.
Per IAIC e il suo presidente, la definizione di un governo di Internet non dovrà prescindere dalla salvaguardia dei diritti inviolabili che stanno “sopra alla Rete e non possono essere rinnegati”, valorizzando contenuti di solidarietà, correttezza e non discriminazione ampiamente riconosciuti nelle carte costituzionali di paesi europei come l’Italia. La questione non è quella di limitare l’evoluzione della tecnologia o del mercato, regolare o non regolare, ma di conoscere le conseguenze delle decisioni regolatorie, attraverso un sistema che sia volto a mantenere un equilibrio tra gli interessi e basato su un approccio di natura costituzionale.